Non si può affermare che sia stata una pessima gestione del parto. Tutt’altro, monitoraggio adeguato, parto cesareo alla prima e seria decelerazione del tracciato, ma un grosso errore nella valutazione dei fatti post partum, oltretutto macchiata da una seria omissione: la mancata valutazione del PH ombelicale.
Non penso ci sia altro da commentare in quanto tutta la parte tecnica la troverete nel file allegato. Ma di seguito solo l’evoluzione dei fatti dal ricovero alla situazione attuale del bambino.
Dalla disamina della documentazione si evince che la sig.ra B. SARA, alla 38° settimana di gestazione + 5 giorni, in data 26.09.2013 si recava presso il PS dell’Ospedale S.C. per riferite contrazioni; veniva sottoposta a monitoraggio fetale e inviata al domicilio con invito a tornare il giorno successivo per ulteriori controlli. In data 27.09.2013 la sig.ra B. veniva ricoverata presso il reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale S.C. per prodromi di travaglio in primigravida alla 38° settimana.
In data 29.09.2013 veniva sottoposta a controllo Ecografico che deponeva per feto di dimensioni ai limiti superiori della norma, per cui alle ore 11:40 del 30.09.2013 si decideva per l’induzione del parto con gel all’Ossitocina; nel pomeriggio si aveva la “rottura delle membrane” per cui la paziente veniva condotta in sala parto. Alle ore 22:00 si aveva la rottura spontanea del sacco amniotico con la fuoriuscita di liquido amniotico misto a sangue e dilatazione del collo uterino pari a 5 cm.
Alle ore 01:30 del 01.10.2013 la dilatazione era ancora di 5-6 cm per cui alle ore 01:40 veniva iniziata l’infusione di Ossitocina e alle ore 02:10 si aveva la dilatazione completa; alle ore 02:20 in diario ostetrico veniva annotato: “Data la parte presentata ancora respingibile a dilatazione completa, il travaglio ipercinetico e l’iniziale sofferenza fetale, si decide per TC urgente”.
Alle ore 02:25 la sig.ra B. veniva condotta in sala operatoria e alle ore 03:30 nasceva il piccolo R. M. il cui peso neonatale era di 4120 g e l’indice di Apgar era di 6/7/8 a 1/5/10 minuti, rispettivamente. Il piccolo nasceva ipotonico e bradicardico, ma si riprendeva discretamente in seguito a ventilazione con maschera con FiO2 0.40; rimaneva ipotonico, ma respirava spontaneamente. A 44 minuti di vita il pH arterioso era 7.1, la PCO2 33.3, e il BE -17.0 e dopo circa 3 ore l’emogasanalisi si normalizzava (pH 7.36, PCO2 41.2, BE-2.6).
Il piccolo rimaneva con sola supplementazione di ossigeno (FiO2 0.40) e un distress respiratorio moderato. A circa 5 ore dalla nascita il piccolo M. necessitava di intubazione orotracheale per l’aggravarsi graduale delle condizioni respiratorie con pronto miglioramento della FiO2 che passava da 0.50 a 0.21. M. veniva quindi ricoverato presso la Terapia Intensiva Neonatale con diagnosi di Sindrome da distress respiratorio neonatale.
Alle ore 09:30 si aveva l’insorgenza di crisi toniche generalizzate in iperestensione seguite da tremori delle estremità che venivano controllate con la somministrazione di Fenobarbital. In data 03.10.2013 veniva sottoposto ad EEG che evidenziava la presenza di alterazioni irritative diffuse con a prevalente espressione temporo-parietale dx. La RMN cerebrale, eseguita a 10 giorni di vita, rivelava la presenza di alterazione dei nuclei lenticolari e del talamo, alterazioni bilaterali della corteccia perirolandica, assenza della normale ipointensità nel braccio posteriore della capsula interna.
In data 14.10.2013 veniva trasferito presso l’Ospedale B. di R. con diagnosi di asfissia perinatale; veniva dimesso in data 21.11.2013 con diagnosi di epilessia focale sintomatica, ritardo psicomotorio, sofferenza perinatale. Oggi il bambino è sulla carrozzina privo delle capacità motorie e verbali di un coetaneo sano della stessa età. E adesso pensate quali sono le precisazioni tecniche contenute in perizia!
Dr. Carmelo Galipò
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