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I camici bianchi, in servizio presso due strutture ospedaliere del salernitano, sono accusati di presunta condotta omissiva nell’ambito dell’inchiesta sul decesso di un uomo di 61 anni morto a inizio 2020

Sarà il Gip a decidere se rinviare a giudizio o meno due medici in servizio in due strutture sanitarie della provincia di Salerno, accusati di omicidio colposo, per presunta condotta omissiva, in relazione al decesso di un 61enne, morto per un arresto cardiaco nel gennaio del 2020.

In base a quanto ricostruisce il quotidiano La Città di Salerno l’uomo sarebbe stato colto da un malore mentre era seduto su una panchina. Vani i soccorsi da parte di alcuni passanti e successivamente da parte degli operatori del 118. Nelle ore precedenti – secondo quanto appurato – era stato visitato in due diverse strutture ospedaliere, una prima volta con la disposizione di nuovi accertamenti da parte del cardiologo e una seconda volta con una diagnosi di dolore toracico di verosimile natura muscoloscheletrica, seguita da urgente visita cardiologica con ecocardiogramma e successiva dimissione.

In seguito alla tragica scomparsa la Procura aveva aperto un’inchiesta sul caso iscrivendo nel registro degli indagati, in vista dello svolgimento degli accertamenti peritali, i due camici bianchi che lo avevano avuto in cura.

Nei loro confronti il Pubblico ministero titolare del fascicolo, basandosi sulle conclusioni dei consulenti tecnici incaricati, ha chiuso le indagini avanzando una richiesta di archiviazione, ma i familiari della vittima si sono opposti ritenendo invece sussistenti condotte colpose in capo ai dottori, idonee a sostenere l’accusa in giudizio per omicidio colposo. La parola spetta dunque ora al Giudice per le indagini preliminari.

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