Respinta l’istanza di approfondimento peritale dei due medici imputati per il decesso di una donna morta alla 35esima settimana di gravidanza nel 2019 ad Alessandria
Il Tribunale di Alessandria ha respinto l’istanza di una nuova perizia avanzata dai legali di due medici finiti a giudizio per omicidio colposo in relazione alla scomparsa di una donna morta alla 35esima settimana di gravidanza nel giugno del 2019. La consulenza integrativa avrebbe dovuto approfondire – riferisce La Stampa – gli aspetti infettivologici. In base agli accertamenti post mortem, a causare il decesso, sarebbe stata una spesi non trattata con antibiotici.
In base a quanto ricostruito la donna, maestra 41enne, era stata portata in Pronto soccorso dal marito la sera del 17 giugno 2019 a causa di un malessere. Su richiesta della dottoressa di turno era stata visitata dal ginecologo e sottoposta ad accertamenti clinici, ma secondo lo specialista la donna “non stava male, non aveva febbre e gli esiti dei primi esami del sangue erano perfetti”.
Tornata in Pronto soccorso le era stata rilevata febbre ed era stata disposta una emocultura. La mattina dopo – secondo l’ipotesi accusatoria – il medico subentrato alla collega avrebbe dimesso la paziente raccomandando alla gestante riposo e tachipirina. Il tutto senza attendere l’esito dell’esame, dal quale – come appurato successivamente – sarebbe emersa una infezione da streptococco in atto.
Nel frattempo, però, la situazione era peggiorata. La donna era stata condotta nuovamente in ospedale ed era stata sottoposta a un cesareo d’urgenza; l’intervento, tuttavia, non era servito a salvare la vita alla piccola che portava in grembo. Poche ore dopo anche lei era deceduta, a causa di una grave emorragia.
La tragedia aveva portato all’apertura di un’inchiesta sfociata nel rinvio a giudizio del ginecologo e del dottore che aveva dimesso la paziente dal Pronto soccorso. Nel procedimento si sono costituiti parte civile i familiari della vittima.
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