Riconosciuta la responsabilità sanitaria per le conseguenze irreparabili subite alla nascita da un bimbo venuto alla luce nel 1988 in provincia di Teramo. Il ragazzo, oggi 33enne, ha un invalidità dell’80 per cento; Asl e Regione verseranno 5 milioni e 800mila euro
La Regione Abruzzo e la Gestione liquidatoria dell’ex Ulss di Teramo dovranno pagare cinque milioni e ottocentomila euro a titolo di risarcimento per i danni riportati da un bimbo venuto al mondo prematuramente nel 1988. Secondo i giudici del capoluogo abruzzese, infatti, il neonato non sarebbe stato assistito tempestivamente, con conseguenze irreparabili sul suo sviluppo.
In particolare, secondo l’ipotesi accusatoria, gli operatori sanitari avrebbero dovuto disporre immediatamente il trasferimento del piccolo in una struttura dotata della Neonatologia e della Chirurgia pediatrica, come ad esempio l’ospedale di Pescara.
Come ricostruisce il Messaggero, la richiesta risarcitoria per le lesioni subite dal ragazzo, oggi 33enne con un grado di invalidità dell’80 per cento, è stata avanzata all’Ente regionale nel 1998, dieci anni dopo la nascita.
Nel 2004, poi, è iniziato l’iter nelle aule di giustizia che, dopo il respingimento da parte della Cassazione dell’eccezione avanzata dall’Azienda sanitaria sulla prescrizione del diritto al risarcimento, si è concluso nel 2018 con il riconoscimento del nesso di causala tra la condotta del personale sanitario e i danni subiti dal ragazzo.
A distanza di 23 anni, quindi, Asl e Regione dovranno versare alla famiglia, tra interessi e rivalutazioni, quasi sei milioni di euro.
Se sei stato/a vittima di un errore medico e vuoi ottenere, in breve tempo, il risarcimento dei danni fisici subiti o dei danni da morte di un familiare, clicca qui
Leggi anche:
Emorragia cerebrale dopo il ricovero in ospedale, aperta inchiesta a Udine
Complicanze dopo una isterectomia, quattro medici condannati per lesioni
Morta dopo un intervento alla colonna vertebrale, due medici a giudizio