Il chirurgo è accusato di omicidio colposo in relazione al decesso di una 36enne morta nel 2018 per complicanze insorte dopo una liposuzione eseguita in una clinica di Milano; la donna, in seguito all’intervento, avrebbe vissuto un calvario di nove mesi, nel corso dei quali sarebbe stata sottoposta a vari interventi, anche per una fascite necrotizzante
La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per un medico chirurgo di un Centro di chirurgia plastica ed estetica del capoluogo lombardo, accusato di omicidio colposo in relazione al decesso di una 36enne di origini rumene, morta a Brescia nell’aprile del 2018, per complicanze insorte dopo una liposuzione a cui si era sottoposta nel luglio del 2017.
Secondo quanto denunciato del compagno, la donna, dopo l’operazione, avrebbe vissuto nove mesi di agonia. In seguito all’asportazione di parte del tessuto adiposo ai fianchi, all’addome e alle gambe, si sarebbe sentita male, accusando febbre e convulsioni. Tornata in Romania – sempre in base al racconto del partner – sarebbe stata operata più volte, anche per una “fascite necrotizzante”. Quindi, non migliorando le sue condizioni, era tornata in Italia, nel bresciano, ed era stata ricoverata in un hospice, dove tuttavia è deceduta.
La vicenda aveva visto l’apertura di un fascicolo da parte della magistratura, con l’iscrizione nel registro degli indagati del camice bianco che aveva effettuato l’intervento. Ora il professionista rischia quindi il processo. Secondo la difesa, comunque, il medico avrebbe seguito tutte le regole e le prescrizioni anche nella fase post operatoria.
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