Il Giudice per le indagini preliminari di Agrigento dovrà decidere se archiviare o meno la posizione di 13 sanitari accusati del decesso di un 71enne morto dopo la rimozione di un catetere per dialisi
Si presentò in ospedale, nel novembre del 2018, per la rimozione di un catetere per dialisi. L’uomo 71 anni, dopo l’intervento avrebbe cominciato ad accusare disturbi di varia natura e sarebbe stato costretto ad altri ricoveri, fino al sopraggiungere del decesso, alcune settimane dopo, per una probabile ischemia del miocardio.
Sulla vicenda, che si è consumata in provincia di Agrigento, era stata aperta un’inchiesta per omicidio colposo, con l’iscrizione nel registro degli indagati di tredici operatori sanitari, tra medici e infermieri, della struttura sanitaria interessata.
Secondo il Pubblico ministero, tuttavia, le indagini non avrebbero consentito di trovare riscontri all’ipotesi accusatoria. In base a quanto riporta Agrigento notizie, infatti, non sarebbero stati acquisiti elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio, né la riesumazione del cadavere e l’esame autoptico tardivo sarebbero riusciti a colmare il deficit di prove acquisito. Per il medico legale incaricato di eseguire gli accertamenti peritali la condotta dei sanitari sarebbe stata conforme ai protocolli previsti.
La Procura, di conseguenza, ha chiesto l’archiviazione del fascicolo, ma i parenti della vittima si sono opposti, sostenendo che un corretto trattamento sanitario avrebbe evitato il decesso. A detta del legale della famiglia “un corretto approccio terapeutico avrebbe avuto un esito diverso”.
Il caso ora è nelle mani del Giudice per le indagini preliminari che dovrà decidere se accogliere la richiesta della Procura, disporre nuove indagini per approfondire l’accaduto oppure disporre l’imputazione coatta.
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