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Valutata “normale” l’extrasistolia ventricolare durante la prova di sforzo effettuata dal calciatore morto prima di una partita a Udine nel 2018

Il medico sportivo che rilasciò i certificati di idoneità a Davide Astori, liquidò come “normale” la presenza di extrasistolia ventricolare durante la prova da sforzo del calciatore della Fiorentina, e lo fece “senza aver eseguito adeguati accertamenti clinico strumentali rivolti ad escludere una sottostante patologia cardiaca a rischio di morte improvvisa”. Sono alcuni passaggi delle motivazioni della sentenza di condanna, pronunciata nel maggio scorso, a un anno di reclusione (in abbreviato) dell’ex direttore della medicina sportiva di Careggi, l’ultimo ad aver visitato il calciatore scomparso nel marzo del 2018 nella notte prima della partita della squadra viola a Udine.

Il camice bianco – come riporta l’Agi – omise, come primo passo, di sottoporre Astori al monitoraggio dell’holter, esame “previsto e consigliabile”, secondo i protocolli.

Il giudice del tribunale di Firenze ha ritenuto che il professionista, “omettendo l’esecuzione di un elettrocardiogramma tipo holter abbia impedito in radice ogni ulteriore accertamento”. La difesa annuncia che farà ricorso in appello.

Al processo di primo grado, il medico sportivo, accusato di omicidio colposo, oltre alla pena di un anno a seguito di giudizio abbreviato, è stato condannato al pagamento di provvisionali per oltre un milione di euro in favore dei familiari. Nello specifico dovrà versare rispettivamente 250.000 euro a favore della compagna del giocatore, 240.000 alla figlia, e i restanti 600.000 ripartiti tra i genitori e i fratelli. Il calcolo dell’ammontare del risarcimento è stato delegato al giudice civile.

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