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L’infezione da Citrobacter avrebbe provocato quattro decessi, mentre una decina di bambini avrebbero riportato danni gravissimi

La Procura della Repubblica di Verona ha iscritto sette persone nel registro degli indagati, con le ipotesi di reato di omicidio colposo e lesioni colpose gravi e gravissime in ambito sanitario, nell’inchiesta sull’infezione da Citrobacter all’Ospedale della Mamma e del bambino, dove 89 neonati sarebbero stati infettati dal cosiddetto batterio killer che provocò 4 morti, mentre una decina avrebbero riportato danni gravissimi dall’infezione.

A confermarlo all’Adnkronos è la procuratrice di Verona, Angela Bargaglio: “L’indagine vuole verificare se la condotta dei sette indagati sia stata corretta o abbia potuto causare le morti e i danni subiti dai neonati. L’indagine parte dalla relazione presentata dalla Commissione regionale d’inchiesta, nel 2020, che però ha fatto un quadro generale della vicenda. A breve la Procura nominerà i suoi consulenti per analizzare nello specifico tutti gli aspetti, medico-legali tecnici e organizzativi, nel contempo, l’iscrizione nel registro degli indagati permetterà agli indagati di nominare i loro consulenti di parte”. Si tratta degli ex vertici e dei medici della struttura ospedaliera, già oggetto di provvedimenti amministrativi da parte dell’azienda Ulss scaligera.

Al centro delle accuse le circostanze emerse nella relazione degli ispettori della Regione Veneto, secondo cui il focolaio epidemico era attivo fin dal 2018, in particolare legato all’utilizzo di acqua da un rubinetto contaminato per la preparazione del latte in polvere. Solo il 12 giugno 2020, quando i contagi aumentarono e partirono le proteste delle mamme delle piccole vittime, il punto nascite fu chiuso e sanificato.

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