Morto per setticemia, la famiglia sporge denuncia per omicidio colposo contro ignoti.
Come riportato da Il Messaggero (ed. Frosinone), la vicenda del 59enne morto per setticemia iniziava nel settembre del 2020, quando l’uomo si sottoponeva ad una colonscopia per controllare un tumore pregresso. Dopo 20 giorni dal controllo però, il 59enne iniziava ad accusare dei forti dolori alla schiena e difficoltà nel muovere una gamba. A gennaio del 2021 l’uomo ripeteva la colonscopia che evidenziava una perforazione del colon, che veniva curato come una fistola. Le condizioni dell’uomo continuavano a peggiorare, tanto da non farlo più deambulare.
A marzo dello scorso anno, veniva sottoposto a un intervento di laparotomia. A maggio, accusando le stesse problematiche, veniva nuovamente sottoposto ad intervento chirurgico. I sanitari lasciarono aperta la ferita a causa di un batterio.
Successivamente veniva trasferito presso l’ospedale Spaziani di Frosinone dove i sanitari si accorsero che la ferita si era infettata. Trascorsi alcuni mesi, veniva trasferito presso l’ospedale di Latina per essere sottoposto a drenaggio. Veniva poi trasferito nuovamente a Frosinone, dove i medici decisero di chiudere la ferita e asportare il drenaggio. Trascorsi alcuni giorni i sanitari si accorsero di una sacca di liquidi che si era formata nell’addome, e nell’asportarla, veniva perforato l’intestino.
A quel punto i familiari dell’uomo decisero di rivolgersi ad un oncologo del Policlinico Gemelli di Roma, il quale dopo un’attenta esamina della documentazione, evidenziava che quella diagnosticata nella seconda colonscopia non era una fistola, bensì una lesione procurata durante l’esame.
Il 15 dicembre veniva ricoverato presso il Gemelli, ma purtroppo morirà il primo gennaio in sala rianimazione.
A seguito della denuncia dei familiari è stata sequestrata la salma e tutte le cartelle cliniche dei vari ospedali. Nei giorni scorsi è stato effettuato l’esame autoptico dal medico legale incaricato dalla procura di Roma.
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