Ritardo di diagnosi di Sclerosi multipla: medico di base condannato al risarcimento di 830 mila euro.
Stando a quanto riportato da “Open”, un medico di base è stato condannato per il ritardo di diagnosi di sclerosi multipla. Aveva visitato la sua paziente senza prescriverle esami neurologici.
I fatti risalgono al 2012 quando una donna di 25 anni si è recata dal suo medico di base spiegando una strana sensibilità al lato sinistro. La diagnosi di sclerosi multipla è arrivata solamente due anni dopo, nel 2014.
La dottoressa è stata condannata dal Tribunale di Milano a risarcire 830 mila euro la sua paziente. Il giudice ha accertato un “danno certo alla salute”, il danno consiste nella “anticipata perdita delle condizioni psicofisiche di cui la paziente avrebbe potuto godere per un certo intervallo temporale con l’effetto di rallentare i tempi di progressivo naturale avanzare della patologia”.
I 28 mesi di ritardo diagnostico hanno allontanato la paziente dall’accesso alle cure con la conseguenza che quell’invalidità che sarebbe rimasta al 15% per almeno dieci anni – secondo i giudici – è arrivata all’attuale 80%, che avrebbe invece raggiunto solo in 20 anni.
La paziente, oggi 35enne, si trova in carrozzina ed è costretta ad avere assistenza giornaliera.
Sarebbe interessante leggere attentamente la sentenza per comprendere la motivazione della valutazione del danno in termini di danno differenziale che potrebbe apparire un tantino elevato. Comunque una sentenza certamente da leggere che verosimilmente farà luce sulla differenza tra perdita di chance e mancato raggiungimento di un obiettivo.
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