Neonato resta disabile a causa di un errore medico. La famiglia chiede giustizia intentando una causa contro l’Azienda Sanitaria e ottiene un risarcimento da due milioni di euro.
La famiglia di un bambino tetraplegico, rimasto disabile al 100% dopo il parto in ospedale, ha vinto la causa contro la struttura sanitaria e ha ottenuto un maxi risarcimento di 2 milioni e 276mila euro come riportato dal quotidiano “Il Messaggero”. La decisione in primo grado è stata presa dal tribunale di Ancona, competente rispetto all’ospedale di San Severino Marche, dove nel 2011 è nato il bambino.
Secondo la famiglia, nonostante fosse emersa una situazione di sofferenza fetale, il personale medico aveva deciso di scartare la possibilità di un parto cesareo, optando per quello naturale, utilizzando la ventosa per facilitare l’uscita del bambino. Ma il piccolo aveva il cordone ombelicale attorno al collo e, quando è venuto alla luce, non respirava. “Il bambino, nato con un giro di cordone ombelicale intorno al collo presentava al primo minuto ipotonia ed assenza di attività respiratoria e cardiaca, tanto che venne intubato e sottoposto a massaggio cardiaco a seguito del quale, al secondo minuto, la frequenza cardiaca riprendeva” hanno dichiarato i periti.
Oggi il bambino ha 11 anni e necessita di un’assistenza continua, è tetraplegico e alimentato artificialmente. Secondo la ricostruzione emersa in giudizio, a ridurlo in questo stato sarebbe stata appunto la mancanza di ossigeno prolungata mentre avveniva il parto con ventosa e con il cordone ombelicale stretto intorno al collo. L’ Asur, dal canto suo, ha parlato di tragica fatalità, negando il nesso causale tra la condotta dei medici e il danno patito dal bambino.