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Il bimbo era stato ricoverato a Cesena con febbre e vomito; è morto in ospedale dopo il trasferimento a Bologna a causa della criticità delle sue condizioni

La Procura di Bologna ha aperto un’inchiesta sul decesso di un bimbo due anni, morto in ospedale lo scorso 18 giugno per cause tutte da chiarire. Le indagini sono partite in seguito all’esposto presentato dai genitori, che si sono rivolti alla magistratura affinché venga fatta piena luce sull’accaduto e vengano valutate eventuali responsabilità. Il sospetto della coppia è che se il loro figlioletto, inizialmente ricoverato all’ospedale di Cesena, fosse stato trasferito con maggiore celerità al più attrezzato presidio di Sant’Orsola, forse avrebbe potuto essere salvato.

In base a quanto ricostruito e riportato dal Corriere Bologna, il bambino sarebbe stato colto da una lieve febbre lo scorso lunedì 14 giugno e la mamma gli avrebbe somministrato della Tachipirina; il mercoledì la temperatura sarebbe tornata a salire e la donna si sarebbe rivolta al pediatra il quale, riscontrando delle placche, avrebbe prescritto del Nurofen. Il pomeriggio stesso, tuttavia, il piccolo avrebbe iniziato anche a vomitare e i genitori avrebbero quindi deciso di portarlo in Pronto soccorso a Cesena dove, nonostante la somministrazione di un farmaco antiemetico, le crisi di vomito non sarebbero cessate, tanto da rendere necessaria una flebo per reintegrare i liquidi.

Il giorno successivo, dopo un iniziale miglioramento registrato nella mattinata, la situazione sarebbe precipitata: la febbre si sarebbe alzata sopra i 39 gradi, la tachipirina non avrebbe fatto effetto e la pressione si sarebbe alzata. Nella notte il piccolo paziente sarebbe stato trasferito in Terapia intensiva e il primario del reparto di pediatria avrebbe informato la mamma e il papà che, stante la gravità della situazione, il bambino alle 7 sarebbe stato trasferito a Bologna. Il trasferimento, tuttavia, avrebbe avuto luogo solamente alle 11.30 e appena giunto nel nosocomio del capoluogo emiliano il bambino sarebbe collassato.

I medici, informata la famiglia della criticità della situazione, avrebbero anche programmato per la sera stessa un delicato intervento chirurgico al cuore ma il bimbo è deceduto prima ancora di arrivare in sala operatoria. Varie le ipotesi del personale sanitario sulle cause del decesso: da una forma di meningite al Covid; ma per avere risposte certe bisognerà ora attendere gli esiti dell’autopsia disposta dalla Procura e affidata a un consulente medico legale. L’esame è in programma nei prossimi giorni; nel frattempo, il Pubblico ministero titolare del fascicolo ha disposto il sequestro di tutta la documentazione clinica relativa alle ultime ore di vita del bambino.

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