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La dottoressa non avrebbe disposto l’immediato trasferimento della donna in sala parto per un taglio cesareo, nonostante il tracciato rivelasse una crisi cardiaca del nascituro, provocando così al piccolo una lesione encefalica e danni a livello motorio. Disposta anche una provvisionale in favore delle parti civili

Il Giudice monocratico di Lamezia, accogliendo la richiesta della Procura, ha condannato una ginecologa a un anno e quattro mesi di reclusione per la lesione encefalica subita alla nascita e i danni a livello motorio riportati da un bimbo venuto alla luce nel 2016.

Come riporta Calabria 7 la dottoressa era accusata di lesioni personali colpose perché, in qualità di medico specialistica di turno nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale del centro calabrese, avrebbe sottovalutato che il tracciato effettuato sulla gestante evidenziava una crisi cardiaca del nascituro e non avrebbe disposto l’immediato trasferimento della donna in sala parto per un taglio cesareo. Il tutto nonostante la ripetizione dell’esame a distanza di 30 minuti.

Un duplice presunto errore, terapeutico e diagnostico, che aveva portato all’apertura di un’inchiesta sfociata nel rinvio a giudizio della professionista.

Il neonato, nel momento del parto, sarebbe stato colpito da un arresto cardio respiratorio e, nonostante le manovre messe in atto dal personale sanitario per salvargli la vita, avrebbe riportato conseguenze irreversibili.

Il Tribunale ha anche disposto in favore delle parti civili il pagamento di una provvisionale di 20 mila euro. La difesa, invece, attende le motivazioni della sentenza per valutare un eventuale ricorso in appello.

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