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Riconosciuta la responsabilità di medico e struttura sanitaria per il decesso di un paziente morto dopo una polipectomia eseguita con tecnica sperimentale

Il Tribunale di Foggia ha condannato l’Azienda ospedaliera del capoluogo di provincia pugliese a risarcire i parenti di un uomo morto dopo una polipectomia circa dieci anni fa. La cifra riconosciuta in favore della famiglia ammonta a circa un milione e 800 mila euro, oltre rivalutazione e interessi.

La tragica scomparsa – come riferisce l’Immediato – aveva portato all’apertura di un fascicolo per omicidio colposo sfociato nel rinvio a giudizio del dirigente medico che aveva eseguito l’intervento, ma il procedimento si è concluso con la prescrizione del reato.

Sul versante civile, invece, il Giudice ha riconosciuto gli errori medici, ascrivibili in particolare allo stesso camice bianco, il quale avrebbe impiegato una tecnica sperimentale rispetto alla quale la comunità scientifica internazionale aveva espresso contrarietà in ordine ai possibili effetti collaterali. Lo stesso perito del Tribunale, peraltro, aveva parlato di imprudente e negligente ‘sperimentazione’.

L’operazione, inoltre, sarebbe stata refertata in maniera scadente e approssimativa; non sarebbe stato svolto alcun monitoraggio post operatorio; infine, il paziente non sarebbe stato informato delle possibili conseguenze, ed anzi sarebbe stato invitato ad utilizzare un antidolorifico, che avrebbe ritardato il ricovero rendendo così inevitabile l’esito letale. 

Al paziente sarebbe poi stato somministrato un modulo per il consenso informato standard, nel quale sarebbe stata omessa qualunque informazione in ordine alla tecnica sperimentale con la quale l’intervento di polipectomia sarebbe stato effettuato; l’uomo sarebbe quindi stato dimesso senza alcuna informazione specifica per la degenza post operatoria da svolgere a casa e sarebbe morto per una sepsi causata da una perforazione intestinale.

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