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Il Tribunale civile di Pisa riconosce la responsabilità dell’ospedale Santa Chiara per la vicenda di un uomo morto durante una coronografia nel 2009

Ci sono voluti 12 anni di udienze, per arrivare alla sentenza di primo grado sul risarcimento danni per gli eredi dell’uomo, morto durante una coronografia. Il paziente – come riporta la testata Il Cuoio in diretta – nel 2009 era stato ricoverato al Santa Chiara di Pisa per sottoporsi ad un esame diagnostico al cuore a seguito di alcuni problemi di salute. Ma durante la coronarografia era deceduto. La moglie ha fatto causa all’ospedale pisano a nome suo e dei tre figli e il tribunale ha stabilito un risarcimento da oltre 1,2 milioni, dopo lungo iter giudiziario. L’uomo, 59 anni, aveva accusato alcuni disturbi che avevano portato al suo ricovero ed erano stati stabiliti degli esami di routine, per comprendere le origini del malessere e le cure da seguire. Invece si è arrivati al tragico epilogo. Dopo una serie di verifiche, soprattutto perizie mediche e un’attenta analisi dei referti autoptici, i giudici sono arrivati alla conclusione, in sede civile, che la responsabilità della tragedia sia ascrivibile all’azienda ospedaliera e da qui la condanna al maxi risarcimento. Le complicanze che hanno condotto al decesso sono verosimilmente riferibili ad un episodio vascolare acuto, che per i giudici “non è stato tempestivamente individuato né correttamente trattato dai sanitari”. Si legge nella sentenza: “Qualora vi fosse stato un corretto e tempestivo intervento dei medici è quindi possibile affermare che non vi sarebbe stata una semplice possibilità di conseguire il risultato, ma l’altissima probabilità che la complicanza sarebbe stata agevolmente risolta mediante le comuni tecniche impiegate per il soccorso agli infartuati. In altri termini l’inadempimento non ha determinato il mancato avveramento di un evento semplicemente possibile, ma ha impedito un evento altamente probabile. Il fatto costitutivo del diritto al risarcimento del danno azionato è quindi la difformità tra il risultato che era ragionevole attendere dalla prestazione contrattuale eseguita correttamente e quello in concreto verificatosi. Ne segue che nel caso di specie non potrà qualificarsi una mera responsabilità per perdita di chance, ma la responsabilità per l’evento di danno morte”. Come ogni procedura di cateterismo cardiaco, anche la coronarografia può comportare rischi e controindicazioni: perforazione delle arterie in cui passa il catetere; infarto del miocardio: l’infarto si verifica, di solito, a causa di un trombo (un coagulo di sangue) che occlude un’arteria coronarica. Tenuto conto del carattere routinario della procedura e del contenuto rischio è statisticamente previsto un tasso di mortalità pari allo 0,1 %. Per il tribunale quindi il decesso poteva essere evitato.

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