La dottoressa è stata condannata per omicidio colposo in relazione al decesso di una bimba di 4 anni morta nel 2018 per una otite mal curata
Rese note le motivazioni della sentenza con cui lo scorso luglio il Gup del Tribunale di Brescia ha condannato, in abbreviato, la pediatra di una bimba di 4 anni morta per una otite mal curata e degenerata in infezione cerebrale nell’aprile del 2018.
Come riporta il Giorno, secondo il giudice, la professionista, ora in pensione, avrebbe cagionato alla piccola un “danno di portata massima”; inoltre, il caso della paziente non sarebbe stato “particolarmente raro o complicato” in quanto “l’evento è stato il risultato di una delle più comuni e riconosciute complicanze dell’otite” e “il comportamento alternativo lecito (la prescrizione dell’antibiotico) consisteva in una condotta del medico assai semplice, nota a tutti i pediatri”.
La dottoressa aveva sostenuto di non essere stata messa a conoscenza del persistere di otalgia e febbre intermittente da due settimane, negando che il padre le avesse chiesto un antibiotico e sostenendo che le dichiarazioni dei genitori fossero “confusionarie”; di diverso avvio il Gup, che invece le ha ritenute “assolutamente genuine e prive di interesse persecutorio”.
Inoltre – come riferisce sempre il Giorno – la condotta successiva della pediatra, a detta del Giudice, “non può dirsi connotata da trasparenza e correttezza, tenuto conto delle alterazioni da parte sua in fase di indagini di un elemento di prova fondamentale quale la cartella della visita alla bimba”, come emerso da consulenza informatica del pm sul suo computer, che avrebbe evidenziato come l’imputata, dopo la morte della bimba e durante il corso delle indagini, avrebbe modificato molti dati contenuti nel software di studio.
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