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Il medico era finito a giudizio per omicidio colposo in relazione al decesso di una gestante e delle bimbe che portava in grembo, causata – secondo l’accusa – da una grave gestosi non diagnosticata

Il Tribunale di Roma ha condannato a due anni di reclusione un ginecologo di un nosocomio della Capitale, finito a giudizio per omicidio colposo in relazione al decesso di una gestante assieme alle due gemelline che portava in grembo. Una tragedia alla base della quale, secondo l’ipotesi accusatoria, ci sarebbe una gestosi non diagnosticata.

I fatti – come riporta Canale 10 – risalgono al 2015. In base a quanto ricostruito, la donna, 46enne all’ottavo mese di gravidanza, si era presentata in pronto soccorso la mattina del 18 agosto lamentando edemi alle gambe. Gli accertamenti effettuati avrebbero evidenziato affanno dei reni e una marcata proteinuria, oltre a pressione alta.

Il ginecologo di turno, pur essendo a conoscenza che la paziente era anche affetta da Lupus eritematoso sistemico, e che la sintomatologia presentata avrebbe potuto ricondurre a una grave gestosi, non avrebbe ritenuto necessario il ricovero. Dieci giorni dopo, il 27 agosto, lo stesso medico avrebbe visitato nuovamente la gestante nel suo studio privato limitandosi a prescriverle dei farmaci e a fornirle dei consigli alimentari.

Il giorno successivo era sopraggiunto il decesso e anche per le nasciture non c’era stato nulla da fare.

La successiva inchiesta era sfociata nel rinvio a giudizio del professionista che seguiva la donna, al quale è stato addebitato di aver causato la morte della paziente e dei feti per non aver diagnosticato una grave gestosi pur in presenza di sintomi evidenti, agendo con imperizia, negligenza e imprudenza, ed inosservanza delle linee guida e delle buone prassi nella gestione sanitaria della paziente. Il ginecologo dovrà anche versare ai familiari della vittima una provvisionale di oltre trecentomila euro.

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