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Morte sospetta all’ospedale di Taormina per un 73enne, dopo operazione: sanitari accusati di responsabilità colposa per decesso in ambito sanitario

Morte sospetta all’ospedale di Taormina: rinviati a giudizio 5 medici. Come riferisce La Gazzetta del Sud, ci sarà un processo sul decesso di un 73enne di Casalvecchio Siculo, spirato nel 2018 all’ospedale “San Vincenzo” dopo un intervento chirurgico. Il giudice dell’udienza preliminare Fabio Pagana ha infatti mandato a processo 5 sanitari per accertare in dibattimento se via siano state responsabilità. I sanitari sono accusati del reato di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario “perché in cooperazione tra loro – recita il capo di imputazione – cagionavano per colpa consistita in imprudenza la morte”. Il processo si aprirà il 15 aprile davanti la Seconda Sezione penale monocratica del Tribunale di Messina.

Nel procedimento, inizialmente risultavano indagate 16 persone. Le indagini sono state avviate dopo un esposto dei figli dell’uomo deceduto. Secondo l’esposto dei familiari, doveva essere un normale intervento di asportazione della prostata ma qualcosa è andato storto e il paziente è morto dopo dieci giorni dal ricovero. I congiunti si sono rivolti ai carabinieri della Stazione di Sant’Alessio Siculo per raccontare quanto loro capitato, ritenendo vi fossero delle responsabilità da parte del personale medico nella scomparsa del padre. L’anziano era stato ricoverato a metà febbraio di 3 anni fa nel reparto di Urologia per essere sottoposto il 19 dello stesso mese a un intervento di prostatectomia per la cura di una ipertrofia prostatica benigna, con la tecnica Turp che prevede la rimozione parziale della prostata.

Durante o dopo l’operazione, però, qualcosa non sarebbe andata per il verso giusto e il 73enne avrebbe subito continue emorragie e perdite di sangue, reintegrate con trasfusioni. Dopo diversi giorni di degenza nel reparto di Urologia, dove sono intervenuti anche i medici della Cardiologia, l”uomo morì per arresto cardiaco in seguito a uno scompenso. Non è chiaro se durante questo periodo sia stato sottoposto ad altri interventi e i familiari lamentano di non aver ricevuto spiegazioni, nonostante avessero chiesto delucidazioni su quanto stesse accadendo all’anziano. Per questo hanno deciso di rivolgersi alla magistratura.

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