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Morta a 31 anni per un melanoma non riconosciuto, la famiglia di chiede un milione di euro all’ospedale come risarcimento per aver sbagliato la diagnosi.

La giovane donna a 19 anni si era sottoposta a un intervento di rimozione di un neo al seno che il medico aveva considerato sospetto, che però l’esame istologico lo aveva definito benigno e lei aveva proseguito la sua normale esistenza senza più preoccuparsene. Dieci anni dopo, però, ha scoperto che nello stesso posto si era formato un nodulo che in realtà si è rivelato un un tumore maligno con metastasi che in pochi mesi l’ha uccisa. Mentre si curava e i medici cercavano di capire l‘origine di quel nodulo, lei è tornata indietro con la mente a quell’intervento al neo, raccontando ai sanitari la precedente esperienza.

A marzo, davanti al tribunale Civile, si svolgerà la prima udienza del processo civile. La famiglia ha chiesto un milione di euro come risarcimento danni. I congiunti sostengono che la 31enne è morta a causa della omessa diagnosi di un melanoma. Che, per errore, nel referto istologico veniva confuso con un neo benigno. I genitori, il fratello, il nonno e il compagno chiedono il risarcimento dei danni patrimoniali e morali subiti. Nell’ultimo periodo di vita la la donna si era sottoposta a ripetuti cicli di chemioterapia ed era ben consapevole della prognosi infausta a più o meno breve scadenza.

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Massimo risarcimento danni, in tempi brevi